Mormorii inquieti
Un debole mormorio cominciò a crescere tra la folla mentre i motociclisti in fondo sussurravano piano tra loro, le loro parole a malapena udibili sopra il silenzio che si era posato sulla stazione di servizio. Uno di loro, con voce cauta, si sporse verso un amico e chiese: «Cosa pensi che succederà?» I suoi occhi si mossero verso il camionista, ma la sua espressione mostrava un misto di incertezza e curiosità.
Le risposte erano varie, ma c’era un filo conduttore costante che le attraversava tutte: la sensazione che qualcosa di grande stesse per accadere. Non era solo chiacchiericcio ozioso; era una corrente sotterranea di attesa collettiva, come se tutti potessero sentire che i momenti successivi avrebbero cambiato le dinamiche della scena. L’aria era densa di quella conoscenza inespressa che una piccola scintilla avrebbe potuto scatenare tutto.